domenica 11 dicembre 2011

Paris vals ben un parapluie... (Parigi val bene un ombrello)

VITERBO-CIAMPINO-PARIGI
30 novembre 2011

Partiamo.
Si, lo so, la testa rimane qui, ma almeno il resto del corpo parte.
E' già qualcosa.
Destinazione: PARIGI.
Speriamo sia vera, quella cosa che diceva Audrey, che a Parigi non si può essere tristi: l'ombrello ce l'ho, un cappello floscio no (ma d'altronde non sono Bogart, perciò non me ne preoccupo più di tanto...), ma ho portato un pò di righe (perchè per me Parigi è Marcel Marceau, e io me lo immagino sempre in bianco e nero, con una maglietta a righe...), un fil rouge (smalto bordeaux, che fa molto bobo [borghese bohémienne]), la valigia leggera (per poterla "appesantire" al ritorno) e il cuore pesante (perchè non me lo hanno alleggerito...).
C'è tutto.
Via.


E' strano, arrivare in un paese straniero e sentirsi ancora in Italia.
Perchè alla fine il 90% dei passeggeri di un volo che parte da Ciampino è italiano.
Ed essendo italiano, parla italiano.
Ma evidentemente pensa che, varcato il confine, nessuno capisca la sua lingua.
E quindi parla (ad alta voce), ignaro di te che sei seduto davanti a lui e capisci.
Perchè se quando siamo arrivati mi hai sentito dire "Mamma, vai con papà a prendere i biglietti del pullmann, che il bagaglio cado a ritirarlo io" (e pure con una cadenza vagamente romana...), bhè, forse francese-francese non sono.


Comunque, superato questo intoppo linguistico, se ne pone uno logistico: l'aeroporto di Beauvais, che dista da Parigi circa 1h e 15', dispone di un servizio bus-navetta, che collega il terminal al Palais des Congres, a Porte Maillot.
Peccato solo che sul cartello che indicava il punto in cui aspettare il bus ci fosse una freccia concentrica...così, dopo aver fatto un bel giro panoramico del parcheggio buio dell'aeroporto, ci siamo accodati a un gruppetto che chiedeva informazioni nella lingua ufficiale (il cosiddetto "francese stentato", della serie "noio volevàm savuàr") a un ometto baffuto con la faccia antipatica...quando è stato il mio turno, ho gentilmente chiesto (cercando di stentare il meno possibile, escludendo dalla frase tutti i verbi che non avrei saputo come declinare...) se quello fosse il bus per (lo scrivo come l'ho pronunciato) "Port Mejò". E mi sento rispondere "Ah?"
...
Dunque, io lo so che i francesi sono molto puntigliosi sulla loro lingua e non perdono occasione per far notare i vari errori, ma non è mica facile: da noi "barca" si scrive "barca" e si pronuncia "barca". Da loro "campi" si scrive "champs" e si pronuncia "sciàns"...come cavolo si pronuncerà una cosa che si scrive "maillot"?
...
"Port Mejò?"
"No, no, no."
O cacchio! E allora dove si prende il bus giusto??? Mentre mi balena in mente l'idea che forse lo abbiamo perso, ci abbiamo messo troppo a prendereilbagagliofareibigliettioddiocitoccadormireinaeroportotaxinoncenesonomammamiafaunfreddoterribilecisarannosieno5gradi, sento queste parole:
"No, Port Mejò. Port Maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaajò".
...
Ora, io stimo molto Teresa Mannino, e quindi in quell'istante ho pensato esattamente quello che ha detto lei:
"Caro francese, devi venire in Italia, prima o poi. E io ti aspetto a Ventimiglia, con un bicchiere d'acqua in mano. E quando mi chiederai "Un pogo agua" io ti dirò "Ah?"...e piuttosto che dartela, la faccio evaporare!!!"

Comunque, alla fine arriviamo al Palazzo dei Congressi e il gruppo inizia a diradarsi. E mentre la metà si perde mentre cerca l'ingresso della metro (ma io quello l'ho già fatto l'anno scorso, perciò evito di ripetermi...), saliamo in metropolitana e vediamo le ultime facce conosciute scendere alle varie fermate, finchè non arriva la nostra e scendiamo anche noi.
Sain Paul. Marais.
Ecco, ORA sono a Parigi.
Straniera, in terra straniera.

A farmi sentire un pò più a casa c'è la solita stanza con la solita vista su Place du Marché Ste Catherine, con il Cafè de la Magie, la brasserie Le Marché, la panchina su cui non si siede mai nessuno e gli alberi spogli.
Mancano solo le biciclette appoggiate al tronco, e poi non è cambiato niente.

Questa è Parigi.


P.S. questo è per dimostrare che non mi sono appropriata di foto da Vogue, semplicemente hanno messo il logo su una mia foto perchè è pubblicata sul loro sito...

 http://www.vogue.it/photovogue/Profilo/7a800a58-cca3-413a-9273-fb1ba815f292/User
http://sfrjeunestalents.fr/photo/membres/alessandra-spina#fd_frm_compte